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Fritada de chancho y Papas Tortillas

Legenda

Tipologia  
Provenienza
Difficoltà  
Preparazione
Piccante  

Ingredienti

Per le tortillas:

3/4 patate grandi - 1 fomraggio tipo caciotta - 2 cipolle - olio - 1 bustina di zafferano - burro

Per la carne:
 
600 gr di carne di maiale - 2 arance - 1 cucchiaino di cumino - olio - 3 cipolle - 2 peperoni - sale

Per il contorno:

2 avocado - 2 cipolle rosse - 4 pomodori

Utensili

Pentola - Padella per friggere  - Schiacciappatate

nadia 1

Passaggio 1

Tortillas:
Sbucciare le patate e farle cuocere in una pentola con acqua salata.
A parte tritare le cipolle e friggerle con il burro in una padella. Tagliare a pezzettini la scamorza.
nadia 2

Passaggio 2

Schiacciare le patate (lessate) con uno schiacciapatate e metterle in una ciotola.
Aggiungere le cipolle rosolate, la scamorza a pezzetti e 1 bustina di zafferano.
Mescolare bene il tutto e formare delle palline con le mani.
nadia 3

Passaggio 3

Schiacciare le palline fino a ottenere una forma rotonda del diametro di 7 cm.

Friggere le tortillas in una pentola con olio bollente.
nadia 4

Passaggio 4

Carne:
spremere il succo di 2 arance - sminuzzare le cipolle e affettare i peperoni.
Tagliare la carne di maiale a pezzetti non troppo piccoli e rosolarli con olio e aglio a spicchi.
nadia 5

Passaggio 5

Una volta rosolata la carne aggiungere abbondante acqua e il succo di arance spremute.
Lasciare cuocere per mezz'ora poi aggiungere la cipolla tritata e i peperoni a fette.
Continuare la cottura per altri 30 min.

nadia 6

Passaggio 6

Contorno:
Tagliare a fettine gli avocado, le cipolle e i peperoni.

nadia 7

Passaggio 7

Assemblaggio del piatto:
Disporre nel piatto le fettine di avocado, cipolle e pomodoro, le papas tortillas e la carne "fritada de chancho".

 
nadiaQuesto è un piatto tipico della Sierra dell’Ecuador.

L’Ecuador si divide in costa, sierra e selva. Io vengo dalla sierra, da Ibarra, ma sono stata anche nella selva, dove vivono gli indigeni che parlano solo la lingua quechua.

Quando stavo in Ecuador lavoravo per il Ministero dell’Educazione, il nostro compito era diffondere l’istruzione nel Paese.

Per questo siamo andati nella selva, volevamo costruire una scuola per le popolazioni indigene.

Gli indigeni della selva parlano solo quechua molto stretto e non capiscono lo spagnolo. Allora ho dovuto fare prima un corso per imparare la loro lingua. Siamo andati a cavallo; prima due ore di macchina da Ibarra e poi su per la montagna .

E’ stato molto faticoso, di solito vanno gli uomini. Per raggiungere le popolazioni che vi abitano bisogna entrare nella giungla a cavallo per molti chilometri. Io ho imparato ad andare a cavallo da mio nonno, a Pijal.

Pijal è il paese dove sono nata, ma è anche il mio cognome perché mio nonno è stato il fondatore del paese.

E’ nato intorno alla sua casa, dove lui coltivava la terra e allevava gli animali.
Dava da lavorare a tanta gente e così a poco a poco è diventato un paese e ha preso il suo nome.

Adesso è grande, sono più di 3000 abitanti. La prima volta che ho mangiato questa ricetta è stato a Pijal ovviamente!

A casa di mio nonno si facevano delle grandissime feste. Io ero piccola e andavo alla scuola elementare, ma mi ricordo che si cuicinava tutti insieme, tutto il paese, o meglio le donne cucinavano.

Le feste famigliari, come il battesimo o il matrimonio duravano due o tre giorni; si partiva al venerdì e si andava avanti fino alla domenica e poi il lunedì si tornava tutti a lavorare.

Ma ci sono feste anche più lunghe. Le feste popolari possono durare anche più di un mese.
La festa di S. Juan, ad esempio, inizia il 25 Giugno e finisce il 18 Agosto.

Si balla, si canta, si mangia e si sta insieme per quasi due mesi.
Di giorno si lavora e la sera si va a ballare, tutte le sere.

Ognuno si veste a festa; gli uomini suonano la chitarra e le donne ballano.

Da quando abito in Italia non vado più molto alle feste, solo ogni tanto.
Spesso mi invitano, le fanno a casa di amici o al parco,ma non è la stessa cosa, e poi finisce sempre che sono tutti ubriachi e non mi piace.

Allora qui la fritada de chancho non la cucino più per le occasioni speciali, la cucino solo per la mia famiglia.
Sarebbe bello poter andare in Ecuador un po’ più spesso.
L’anno scorso è andata mia figlia.
Quando è arrivata lì hanno fatto una grande festa.
Io non sono potuta andare. Adesso so pensando di tornare a vivere al mio paese.
Qui è troppo difficile, là spero di riuscire a fare qualche cosa.

Chissà, magari apro un ristorante!